One Piece e Psicoanalisi: il più grande manga e anime manifesto del desiderio

One Piece, di Eichiiro Oda, è uno dei più longevi manga ed anime giapponesi di sempre. La pubblicazione del primo albo in Italia risale al 2001 e ad oggi arrivati all’albo 105 prosegue ininterrottamente. Recentemente One Piece è sbarcato anche su Netflix con una trasposizione live-action, cioè con attori in carne ed ossa, che rende onore all’opera originale.
La storia ambientata in un bizzarro universo marinaresco, abitato da pirati, giganti, uomini-pesce, vede Mokey D. Luffy, il protagonista, alla ricerca del titolo di Re dei Pirati.
La narrazione rispecchia la classica degli shonen, cioè manga giapponesi rivolti prettamente a un pubblico di bambini e adolescenti, in cui un giovane protagonista affrontando diverse sfide e battaglie, matura e migliora per percorrere il proprio cammino e raggiungere il proprio obiettivo.
Nonostante la tradizionale struttura e i tipici elementi narrativi di uno shonen degli anni Novanta, ritengo che One Piece in 26 anni di storia, nonostante il target di riferimento, si sia rivelata una delle opere più trasversali, per giovani e adulti, riuscendo a mettere su carta e in animazione il concetto di desiderio.
In questa chiacchierata non sarà mia intenzione criticare e valutare la qualità del manga e dell’anime quanto evidenziare il concetto psicoanalitico di desiderio inconscio che ritengo attraversi l’opera nella sua interezza.
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Il desiderio di Luffy
Luffy, il pirata dal cappello di paglia con il potere dell’elasticità, ha un obiettivo dichiarato sin dall’inizio: diventare il Re dei Pirati. Ma cosa significa questo titolo? Nella storia di One Piece, non viene mai spiegato esplicitamente cosa comporti essere il Re dei Pirati, lasciando così spazio a una riflessione profonda sul concetto di desiderio.
Secondo la psicoanalisi lacaniana, il desiderio è una forza inconscia che trascende la razionalità. Massimo Recalcati afferma che il desiderio “non è mai qualcosa che scegliamo”, ma piuttosto una forza che ci muove, ci anima e ci sconvolge.
In One Piece, il desiderio non è solo quello di Luffy, ma attraversa tutti i personaggi: Zoro vuole diventare il miglior spadaccino, Nami sogna di creare la mappa più completa, Robin vuole scoprire la verità sui Cento Anni di Buio, e così via. Ogni personaggio ha un sogno che lo spinge oltre i propri limiti, rispecchiando la forza trascendente del desiderio inconscio.
Non sono mai “io” che decido il “mio” desiderio, ma è il desiderio che decide di me, che mi ustiona, mi sconvolge, mi rapisce, mi entusiasma, mi inquieta, mi anima, mi strazia, mi potenzia, mi porta via. Massimo Recalcati, Ritratti del desiderio
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Il desiderio e l’Altro
Il desiderio di Luffy non esiste in isolamento. Come suggerisce la psicoanalisi, il desiderio è sempre legato all’Altro. Per Luffy, diventare il Re dei Pirati ha valore proprio perché ci sono altri pirati che lo desiderano. Questo desiderio di riconoscimento è un tema centrale in One Piece, così come nella teoria psicoanalitica di Jacques Lacan: “Il desiderio dell’uomo trova il suo senso nel desiderio dell’altro”.
Il desiderio di Luffy è particolarmente complesso perché si intreccia con il suo legame con il nonno, Garp, un vice ammiraglio della Marina che rappresenta la Legge. Il desiderio di Luffy si potrebbe interpretare come una reazione a questa figura, mostrando così la natura sovversiva del desiderio rispetto alla Legge.
Il desiderio dell’uomo trova il suo senso nel desiderio dell’altro, non tanto perché l’altro detenga le chiavi dell’oggetto desiderato, quanto perché il suo primo oggetto è di essere riconosciuto dall’altro
Jacques Lacan, Funzione e campo della parola e del linguaggio in psicoanalisi in Scritti libro I, p. 261
L’assunzione del proprio desiderio
Un altro aspetto interessante di One Piece è il modo in cui i personaggi assumono la responsabilità dei loro desideri. Grazie all’incontro con Luffy, ognuno di loro impara a non cedere su ciò che desidera. Lacan afferma: “La sola cosa di cui si possa essere colpevoli è di aver ceduto sul proprio desiderio”. In One Piece, i personaggi affrontano sfide enormi per realizzare i propri sogni, spesso rischiando la propria vita, un elemento che riflette la contingenza tra il lato vitale e mortifero del desiderio, come sottolineato nella psicoanalisi.
La sola cosa di cui si possa essere colpevoli, è di aver ceduto sul proprio desiderio
Jacques Lacan, Il seminario. Libro VII: L’etica della psicoanalisi


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Conclusione
One Piece non si limita a raccontare una storia di pirati, ma esplora profondamente il concetto di desiderio inconscio. Ogni personaggio è mosso da un sogno che va oltre la semplice ambizione, riflettendo la complessità del desiderio psicoanalitico. Questa lettura alternativa dell’opera può fornire spunti di riflessione per chi vuole interrogarsi sui propri desideri, spingendosi a esplorarli in modo più profondo, magari attraverso un percorso psicologico.