Che cosa direbbe oggi Freud di OnlyFans?

Il recente caso di Maria Sofia Pia Federico mi ha portato a riflettere su come OnlyFans abbia rivoluzionato il modo in cui le persone possono esporsi condividendo online propri contenuti erotici ricevendo in cambio importanti guadagni economici. In questo articolo, si esplora in modo ovviamente ipotetico cosa potrebbe aver commentato Sigmund Freud, e quindi da una prospettiva psicoanalitica, sul fenomeno di OnlyFans.

La riflessione sorge poiché la psicoanalisi nasce nelle ricerche sull’isteria in un contesto, superficialmente inverso rispetto a quello contemporaneo, in cui la sessualità, in particolare quella femminile, era repressa. Parallelamente, si considera anche il paradossale calo dell’attività sessuale nonostante un discorso sociale che ne favorisce la libertà.

OnlyFans: una breve descrizione della piattaforma

OnlyFans è una piattaforma di contenuti a pagamento che consente a creator maggiorenni di creare e condividere contenuti, inclusi quelli di natura sessuale. Altri utenti maggiorenni possono iscriversi ai profili dei creator e accedere a foto, video e messaggi esclusivi. Questa piattaforma ha guadagnato negli ultimi 3 anni una notevole popolarità perché remunerativa economicamente per chi decide di condividere la propria sessualità e l’immagine del proprio corpo.

La pulsione sessuale: il punto di partenza di Freud

La ricerca psicoanalitica di Sigmund Freud nasce con lo studio di quella che era definita nevrosi isterica, patologia psichica che tra l’800 e il 900 riguardava prevalentemente le donne manifestandosi con sintomi somatici, verbali, motori e sensoriali. La tesi di Freud era che queste configurazioni sintomatiche derivassero da una repressione sessuale dovuta da un contesto sociale vittoriano di rigide norme e tabù che limitavano il discorso sessuale, in particolare quello femminile, considerandolo immorale. La teoria di Freud sosteneva che la rimozione di espressione e soddisfazione sessuale potesse portare all’insorgenza di sintomi psicologici come angoscia o sintomi somatici e motori.

Oggi un secolo dopo è comparsa OnlyFans, una piattaforma che consente di condividere contenuti di qualsiasi genere senza censure, in particolare erotici, ricavandone un guadagno.

OnlyFans, trovandosi in una dimensione virtuale, facilita l’esposizione e la condivisione di immagini sessualmente espliciti senza limiti.

Ma Freud come avrebbe visto questo fenomeno?

Probabilmente l’avrebbe interpretato come una reazione sociale alla repressione sessuale sostenuta dai moralismi del 900 e dall’importanza delle religioni nel contesto dell’epoca che negli anni sono tramontate, ma comunque non una risoluzione al soddisfacimento sessuale intenso come soddisfacimento erotico in un legame con l’altro.
Inoltre avrebbe colto che senza nessuna forma di limite, regola, legge o velo il desiderio viene a mancare.

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L’emancipazione femminile e la libertà sul proprio corpo

Nell’epoca contemporanea, il femminile si è emancipato ed è padrone dell’immagine del proprio corpo. Ancora prima di OnlyFans, Instagram e Facebook si sono rivelati luoghi di approvazione collettiva in cui alimentarsi narcisisticamente. OnlyFans, tuttavia, fa un passo ulteriore e, oltre a concedere lo svelamento completo della nudità del proprio corpo e di rapporti sessuali, permette la vendita di immagini e contenuti creati esclusivamente per i seguaci. La possibilità di monetizzare su immagini esplicite di corpi nudi e scene sessuali riconduce alla classica pornografia, fatta eccezione per la possibilità di un rapporto diretto con il proprio pubblico, alimentando coinvolgimento e guadagni.

Ora se da un lato si può interpretare come uno step emancipativo definitivo nel quale ci si può offrire come oggetti per il piacere senza ripercussioni morali dall’altro lato si può interpretare come il capolinea dell’erotismo inteso come impossibilità di desiderare qualcosa di enigmatico perché tutto senza velo.

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Il paradosso del calo dell’attività sessuale

Nonostante una maggiore apertura culturale verso la tematica sessuale, un recente rapporto Censis-Bayer sui comportamenti sessuali rivela un calo dei rapporti sessuali, in particolare tra i giovani italiani: 6 milioni di persone tra i 18 e i 40 anni non hanno rapporti sessuali, l’11,6% del totale, mentre vent’anni fa erano il 3%. Questo paradosso avrebbe sicuramente catturato l’attenzione di Freud. In un’epoca in cui il tema sessuale è superficialmente sdoganato, più libero e in cui non sembrano più esserci tabù moralistici, i rapporti sessuali si riducono. La spiegazione potrebbe risiedere nel fatto che, senza un’incognita da svelare ed esistendo un campo virtuale di infinite rappresentazioni ideali di oggetti sessuali, la pulsione libidica non scarica nel rapporto sessuale ma trova altre vie.

Riversandosi sul soggetto convertendosi in sintomi come umore depresso, ritiro sociale, angoscia o disturbi del comportamento alimentare, proiettandosi su altri oggetti feticci causando fenomeni di dipendenza di vario tipo (sostanze, gioco azzardo, videogiochi) o altrimenti si può sublimare in attività come lavoro, sport, creazione, che soddisfano in modo alternativo il desiderio soggettivo.

L’astinenza consiste nella rinuncia all’azione specifica che suole seguire alla libido. Una tale rinuncia potrà avere due conseguenze. Prima conseguenza, un accumulo di eccitamento somatico e una successiva sua deviazione per altre vie che gli offrono una scarica più rapida di quella che otterrebbe prendendo la via della psiche; in tal modo, la libido risulterà infine diminuita e l’eccitamento si manifesterà in sede subcorticale sotto forma di angoscia
(Sigmund Freud – Legittimità di separare dalla nevrastenia un preciso complesso di sintomi come “nevrosi d’angoscia”, Opere Vol.2 – Progetto di una psicologia e altri scritti)

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Il caso di Maria Sofia Pia Federico

Recentemente si è aperto un dibattito che riguarda OnlyFans e i rapporti genitoriali, riguardante Maria Sofia Pia Federico, una ragazza influencer che ha partecipato al programma televisivo Rai, Il Collegio, e che successivamente alla maggiore età ha aperto OnlyFans iniziando a pubblicare contenuti erotici sulla piattaforma.

Il caso si è infuocato perché la ragazza successivamente all’esordio su OnlyFans ha dichiarato di voler proseguire la carriera nel porno professionistico con Rocco Siffredi e il padre ha commentato nel programma radiofonico La Zanzara di non condividere la scelta di sua figlia, cercando di dissuaderla, seppur in passato abbia ammesso di aver consultato materiale porno e abbia avuto dei rapporti con delle escort.

Questa vignetta proietta ed espone la scabrosa realtà della questione del sessuale in rapporto alla genitorialità. Anche in questo caso, come avrebbe analizzato Freud la questione considerando che la donna fino a neanche un secolo fa aveva un margine di libertà relazionale molto ridotto se non assente?
Certo questo è un caso estremo che mette in rapporto la legittimità contemporanea di poter usare l’immagine del proprio corpo con le aspettative genitoriali.

Come ultimo interrogativo pongo quindi, nel discorso sessuale contemporaneo sotto la bandiera della libertà si può escludere completamente ogni limite e sotto il manifesto del limite non si può non considerare la libertà di scelta?

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Conclusioni

Sigmund Freud, con i suoi studi sull’isteria e la scoperta di un inconscio che spinge al soddisfacimento di pulsioni sessuali, avrebbe sicuramente offerto un’analisi approfondita del fenomeno OnlyFans. Tuttavia, il fenomeno OnlyFans non può essere affrontato in modo semplicistico, normalizzandolo come naturale conseguenza del discorso libertino o sopprimendolo come immorale, ma richiederebbe un’analisi strettamente soggettiva, per chi che lo utilizza, sia come creatore/creatrice di contenuti, che come fruitore/fruitrice.

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