Attack on titan e psicoanalisi: mura, libertà e odio

Recentemente si è concluso l’anime di Attack on Titan (L’Attacco dei Giganti), tratto dal manga di Hajime Isayama. Quest’opera ha segnato un decennio con colpi di scena e tematiche profondamente attuali, offrendo una riflessione sulle dinamiche sociali, psicologiche e politiche che riguardano il nostro tempo.

In questo articolo accosto Attack on Titan a La tentazione del muro di Massimo Recalcati, un saggio psicoanalitico che esplora concetti come odio, confini, libertà e paura dell’Altro. Temi che trovano una rappresentazione drammatica sia nell’anime che nel manga.

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Psicologia delle mura

Le mura sono un elemento centrale nella trama di Attack on Titan. La storia inizia con Eren Yeager e i suoi amici, Armin e Mikasa, che vivono in una città protetta da tre mura concentriche.

Le mura hanno la funzione di difendere l’umanità dai giganti, creature terrificanti che divorano gli esseri umani. Tuttavia, le mura non sono solo barriere fisiche; rappresentano anche un limite psicologico e sociale, delimitando la realtà della civiltà umana rimasta.

In psicoanalisi, il concetto di muro può portare a una patologia securitaria, una condizione di chiusura e isolamento che ricorda i regimi totalitari, dove i confini non proteggono ma separano e demonizzano il diverso. Questo concetto è evidente in Attack on Titan, dove l’umanità all’interno delle mura vive in uno stato di costante paura dell’Altro, rappresentato dai giganti.

La psicoanalisi suggerisce che la vita psichica necessita di confini porosi per consentire lo scambio con l’alterità. Questa apertura, seppur angosciante, permette all’individuo di confrontarsi con l’ignoto e di espandere il proprio mondo interiore. In Attack on Titan, Eren rappresenta questo desiderio di apertura, rifiutando l’alienazione imposta dalle mura e cercando costantemente la verità al di fuori.

Le mura, però, sono anche una tentazione: dividere nettamente ciò che è dentro da ciò che è fuori facilita l’attribuzione dei propri lutti e fallimenti all’esterno, un meccanismo che Franco Fornari chiama elaborazione paranoica del lutto. In questo senso, Attack on Titan riflette su come l’umanità proietti all’esterno le proprie paure, giustificando guerre e violenze.

Il muro è, dunque, una tentazione che abita da sempre l’umano; difendere la propria vita, salvaguardarla dall’impatto con il mondo vissuto come fonte di perturbazioni e di eccitamenti ingovernabili.

Massimo Recalcati, La tentazione del muro, p. 30

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La libertà

Un altro tema cruciale in Attack on Titan è la ricerca della libertà. I protagonisti crescono in un sistema educativo rigido che li convince che l’umanità esiste solo per proteggersi dai giganti. Questa narrazione instilla una mentalità di sopravvivenza, in cui la sicurezza viene anteposta alla libertà.

Man mano che la verità viene rivelata, Eren e i suoi amici scoprono che la libertà stessa può essere una condanna. Come afferma Jean-Paul Sartre, la libertà non è sempre una scelta, ma una condizione alla quale siamo inevitabilmente legati. In Attack on Titan, i protagonisti sperimentano il conflitto tra il desiderio di libertà e l’angoscia della responsabilità che essa comporta.

Massimo Recalcati, in La tentazione del muro, descrive la libertà come una condizione inevitabile: siamo incatenati alla libertà, non perché l’abbiamo scelta, ma perché siamo gettati in essa. Questo dilemma esistenziale è una delle principali fonti di tensione nell’opera, dove i protagonisti affrontano il peso delle loro scelte in un mondo senza certezze.

Questo significa che non possiamo mai liberarci dalla libertà, che se siamo liberi non è perchè abbiamo scelto la libertà, ma perchè siamo gettati nella libertà, forzatamente consegnati, vincolati, incatenati alla libertà

Massimo Recalcati, La tentazione del muro, p. 100
La libertà in L'Attacco dei Giganti
Anime di Attack On Titan

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Fanatismo e odio

Il fanatismo è un tema centrale in Attack on Titan. Molti personaggi, accecati dalla fede in un ideale superiore, agiscono con violenza per eliminare ciò che è diverso, rifiutando qualsiasi responsabilità individuale.

L’odio, nell’opera e nella realtà, si nutre di un’ideologia nazionalista che vede l’Altro come impuro e indegno. Questo odio non nasce dalle azioni dell’odiato, ma dalla sua stessa esistenza, percepita come distante da un concetto di purezza. Questa logica è la stessa che ha alimentato genocidi e totalitarismi nella storia.

Perché l’odio possa crescere, è necessario un terreno fertile composto da fondamentalismo e fanatismo, che si radicano nell’ignoranza della storia. In Attack on Titan, tutti i personaggi sono coinvolti in qualche forma di fanatismo, e lo stesso spettatore è portato a schierarsi, spesso in modo altrettanto dogmatico.

Secondo Jacques Lacan, l’odio è una carriera senza limiti, e questo odio può essere trasmesso ai bambini. In Attack on Titan, l’infanzia dei protagonisti è segnata dall’addestramento a combattere un nemico designato, un crimine che vede gli adulti sfruttare la vulnerabilità dei bambini, non ancora soggetti pienamente responsabili.

Dal punto di vista psicoanalitico, l’odio è l’esito di un lutto non elaborato. Quando non siamo in grado di affrontare la perdita, l’odio sorge come risposta all’impossibilità di accettare l’irreversibilità della perdita stessa. Questo è un tema ricorrente in Attack on Titan, dove i personaggi lottano con la perdita e il dolore, spesso incanalandoli in odio verso l’Altro.

Per la psicoanalisi l’odio è senza pensiero e senza mente. Esso sorge al posto di un lutto inelaborato: è l’esito di un lavoro impossibile del lutto. L’odio sorge da un’intolleranza di fronte al lutto, di fronte all’esperienza tragica e irreversibile della perdita

Massimo Recalcati, La tentazione del muro, p. 51

Conclusioni

Sia Attack on Titan che La tentazione del muro di Massimo Recalcati si rivelano tristemente attuali, in particolare alla luce dei conflitti contemporanei, come quelli in Ucraina e Palestina. L’obiettivo di questo articolo è stimolare una riflessione profonda su temi universali come l’odio, la libertà e i confini, attraverso una lettura alternativa e psicoanalitica di Attack on Titan.

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