Barbie e Psicoanalisi: senso di un sintomo, rapporto con la morte e gioco simbolico

Barbie è il nuovo film evento del momento con la regia di Greta Gerwig, regista di Piccole Donne e Lady Bird, e la coppia di talenti Ryan Gosling e Margot Robbie.
Si potrebbe sospettare che un film su Barbie, cioè il marchio della bambola più famosa e rosa della storia, sia una grande spot autocelebrativo rivolto ai bambini. Al contrario il film si rivela una commedia fantasy adulta e impegnata in un tagliente messaggio femminista rivolto al discorso patriarcale.
In questa chiacchiera scritta però non ho intenzione di soffermarmi sul giudizio del film e sulla lettura del messaggio veicolato ma evidenzierò altre questioni, altrettanto profonde, toccate e messe in scena che possono essere ripresa da alcuni importanti concetti psicoanalitici.
I sintomi di Barbie
Barbie stereotipo, il personaggio interpretato da Margot Robbie, è la rappresentazione di una delle svariate tipologie di Barbie, con cui convive spensieratamente a Barbieland, città popolata solo da Barbie e Ken in cui tutto scorre ripetutamente, felicemente e alla perfezione. Spensieratezza che si interrompe quando un giorno Barbie risvegliandosi inizia a notare eventi fuori programma, nel suo corpo e nella giornata. L’arco plantare dei piedi le si appiattisce, cioè non rimane di default più sulle punte, le compare della cellulite sulle gambe, la routine si spezza, non riuscendo più a compiere le azioni più normali della giornata, ed è la prima abitante di Barbieland che si interroga sulla possibilità di morire.
Comportamenti e pensieri che categoricamente non sono considerabili sintomi psicopatologici ma, per Barbie in rapporto al contesto di Barbieland, interpretabili come sintomi soggettivi rispetto al discorso sociale nel quale è inserita.
Per la psicoanalisi di fatti un sintomo non si tratta mai di una deviazione patologica dal normale funzionamento del corpo o del pensiero quanto un qualcosa che tocca enigmaticamente il soggetto incarnandosi misteriosamente e dolorosamente del senso. Seguendo Freud, Lacan eleva il concetto di sintomo alla dignità della verità.
Massimo Recalcati, L’Uomo Senza Inconscio, 2010, p.65
E come afferma Uberto Zuccardi Merli in Anoressia, bulimia e obesità il sintomo mentale e il disagio psichico hanno origine nel sociale, nel mondo che circonda il soggetto: il mentale è sempre sociale.
Se consciamente Barbie è serena e felice di vivere a Barbieland, una comunità apparentemente perfetta in cui ognuno assume il proprio ruolo negli schemi in cui è predisposto/a senza margini di decisione, dall’altra parte qualcosa del suo desiderio inconscio si muove singolarmente in rapporto al proprio contesto storico e culturale.
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Barbie e morte
Uno dei sintomi di Barbie stereotipo è quello di essere la prima e unica a Barbieland ad aver ipotizzato e affermato la possibilità della propria morte. Un’ipotesi inaccettabile per un mondo in cui ogni giorno si ripete la stessa giornata senza nessun imprevisto ma soprattutto senza l’orizzonte di una fine. Un’eterna felicità traducibile in un incubo alienante.
Nel mondo di Barbieland sembra che i comportamenti di ogni Barbie e Ken siano guidati da un istinto, come se programmati alla nascita e predestinati. Barbie però considerando l’idea di morte, la possibilità della fine di tutto, si umanizza.
Consapevolezza di morte che conferisce significato all’esistenza umana e possibilità di desiderare, cioè di soggettivarsi distanziandosi da una concezione della vita programmata e prestabilita dall’Altro familiare, sociale e culturale nel quale si nasce immersi.
Lacan riprende il concetto esistenzialista di Heidegger di essere-per-la-morte affermando che il rapporto del soggetto rispetto alla possibilità della propria morte gli permette di essere attivo rispetto al proprio desiderio. E Barbie dal momento in cui ipotizza la propria morte inizia a desiderare altro al di fuori di Barbieland.
Avete ragione a credere che morirete, certo. Ciò vi sorregge.
Anche qualora non ci credeste potreste mai sopportare la vita che avete? Se non si potesse totalmente contare sulla certezza che finirà, come potreste sopportare tutto ciò?
Jacques Lacan, Lacan parle, Conférence à Université Catholique de Louvain, Belgique, 13/10/1972
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Sublimazione nel gioco simbolico
Presto nella pellicola viene mostrato che il comportamento di ogni Barbie è determinato da come la/il proprietaria/o della bambola nel mondo reale ci gioca.
Barbie si avvia quindi nel mondo reale per incontrare Gloria, la sua proprietaria, che recentemente ha iniziato a proiettare pensieri d’angoscia sulla rappresentazione della propria bambola.
Quello che Gloria agisce su Barbie si può con il concetto di gioco simbolico di Melanie Klein, psicoanalista che ha osservato e studiato la funzione del gioco, e che ha visto nell’attività ludica un simbolismo con cui il soggetto tenta di controllare e tollerare la propria angoscia spostandola all’interno della cornice ludica.
Vedendo la pellicola dal punto di vista di Gloria, oltre che dalla prospettiva principale di Barbie (protagonista), si può osservare la vita della bambola come una rappresentazione delle fantasie, desideri e angosce inconsce della sua proprietaria.
Donald Winnicott, psicoanalista che ha approfondito ulteriormente la valenza creativa del gioco, così come Freud aveva considerato il sogno come la via regia all’inconscio, considerava il gioco come la porta verso l’inconscio.
L’inconscio rimosso deve rimanere nascosto, ma il resto dell’inconscio è qualcosa che ognuno vuole arrivare a conoscere e il gioco, come il sogno, assolve il ruolo di svelamento di sé.
Donald Winnicott, Perché i bambini giocano, p. 164 (ed. or. p. 146)
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Conclusione
Contro ogni aspettativa, Barbie-Il film si rivela essere una pellicola adulta e intelligente, che può far divertire e inviare un potente messaggio femminista diretto al discorso patriarcale. Oltre a questo messaggio però si possono cogliere nel film ulteriori spunti di riflessione che potrebbero dare ulteriore densità alla visione del film che ho provato a leggere attraverso alcuni concetti della psicoanalisi.