Cosa insegna la psicologia di “Vittima” di Marracash su responsabilità e cambiamento

“Vittima” di Marracash è una canzone che affronta un tema psicologico comune: la tendenza a percepirsi esclusivamente in una posizione passiva nella propria vita, attribuendo le colpe all’esterno e vedendosi come vittime di un destino già scritto.

Questa mentalità, comune e umana, può trasformarsi in un vero e proprio schema mentale rigido che blocca il cambiamento. Tuttavia, il brano non si limita a descrivere questa condizione. Offre uno spiraglio di speranza: riconoscere questa dinamica può essere il primo passo verso una trasformazione profonda.

Ma da dove nasce questa “vittimizzazione”? E come possiamo superarla? Per rispondere, ci addentriamo nel mondo della psicologia e della psicoanalisi.

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Che cos’è la nevrosi di destino?

In psicoanalisi, questa tendenza a sentirsi intrappolati in eventi spiacevoli ricorrenti prende il nome di nevrosi di destino. Questo fenomeno si manifesta quando sembra che situazioni problematiche si ripetano ciclicamente in diversi ambiti della vita: lavoro, relazioni, famiglia, scuola.

Ad esempio, potresti notare che ti ritrovi spesso in relazioni tossiche, o che il lavoro sembra sempre portarti insoddisfazione. È come se il destino fosse già scritto. Ma è davvero così?

Freud spiega questa dinamica attraverso il concetto di coazione a ripetere: una spinta inconscia che ci porta a ricreare situazioni spiacevoli già vissute in passato. Anche se a livello razionale desideriamo evitarle, inconsciamente siamo attratti da esse perché rappresentano uno schema familiare, per quanto doloroso.

“Hai i blocchi perché ancora ferma ai blocchi di partenza
Credi di meritarti questa merda, una sentenza”
Marracash – Vittima

Questa citazione descrive perfettamente il meccanismo: sentirsi bloccati, come condannati a una realtà che non cambia mai. Ma c’è una via d’uscita.

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La soggettivazione come opportunità

Riconoscere di trovarsi intrappolati in una dinamica ripetitiva non significa essere condannati per sempre a quella posizione. La psicologia ci offre una possibilità di cambiamento attraverso il meccanismo della soggettivazione.

Cos’è la soggettivazione?

La soggettivazione è un processo psicologico che permette di assumersi la responsabilità della propria storia personale. Non si tratta di negare ciò che si è vissuto o subìto, ma di trasformare la percezione di quegli eventi in un’opportunità per crescere.

Può essere visto come uno “switch esistenziale”:

  1. Si prende consapevolezza di ciò che si è subito, osservandolo dall’esterno.
  2. Lo si accetta come parte della propria storia, senza però arrendersi o giustificarsi.
  3. Infine, si cerca un modo creativo per trasformare quegli eventi, avvicinandosi ai propri desideri autentici.

Rimanere nel ruolo della vittima, invece, porta a incolpare costantemente gli altri per la propria insoddisfazione, rinunciando a qualsiasi margine di azione o cambiamento.

“Questi vestiti cuciti da vittima
Se lo decidi, ti pigli quello che verrà
Nessuno si prende responsabilità”
Marracash – Vittima

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La responsabilità come atto di libertà

Ma cosa significa davvero “assumersi la responsabilità”?

Nel linguaggio comune, responsabilità può essere confusa con colpa. In psicologia, però, la responsabilità ha un significato diverso: non si tratta di attribuirsi la colpa di ciò che è successo, ma di scegliere come reagire e cosa fare con ciò che si è vissuto.

Recalcati, uno dei più importanti psicoanalisti contemporanei, spiega che anche chi ha subito traumi, abusi o violenze non è responsabile di ciò che è accaduto, ma lo è del modo in cui decide di vivere quelle esperienze.

Si ‘accomoderà’ nella posizione della vittima o assumerà eticamente ciò che gli Altri hanno fatto di lui, facendo qualcosa di ciò che gli è stato fatto?

Recalcati M., La pratica del colloquio clinico. Una prospettiva lacaniana

Questo approccio non cancella il dolore, ma lo trasforma in una possibilità creativa.

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Lo switch esistenziale: come avviene?

Lo switch esistenziale, questo passaggio da vittima a soggetto attivo, non avviene sempre spontaneamente. In alcuni casi, può essere innescato da incontri significativi nella vita: una relazione, un evento importante, una scoperta personale.

Tuttavia, se questo incontro non avviene, un percorso psicologico può essere determinante. Uno psicologo/a può aiutare a rileggere la propria storia, interrompendo la spirale di ripetizione. È qui che il lavoro sulla pulsione mortifera, quella tendenza a rimanere agganciati al dolore del passato, può aprire la strada verso una vita più libera e autentica.

Continua a leggere: che cosa si fa in un percorso psicoanalitico?

Approfondimenti consigliati

Se vuoi approfondire i concetti affrontati nell’articolo, ecco alcune letture utili:

  • Freud S. – Al di là del principio di piacere
  • Lacan J. – Il seminario. Libro II.
  • Recalcati M. – La pratica del colloquio clinico. Una prospettiva lacaniana
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